Il Nuovo Polo per l’Italia
Tempo fa, “Avvenire”, quotidiano cattolico, ricordava che, dopo la stagione dei due “pasticci” (Centro Destra e Centro Sinistra), non c’è bisogno di un terzo pasticcio (il Terzo o Nuovo Polo), ma di un’entità politica capace di dire la verità sulle riforme da fare per rimettere in moto e in ordine l’Italia; che promuova l’intesa su un programma forte e coraggioso; che prenda coscienza del cambiamento culturale in atto; che avvicini le posizioni ed eviti di spaccare tutto. E’ proprio quello che deve fare il Nuovo Polo per l’Italia
Molti Italiani aspettano l’alternativa a Berlusconi; ritengono che non possa venire dal Centro Sinistra (che può contribuire al governo, non guidarlo) perché non ha la sintonia con gli Italiani, i voti, un gruppo dirigente che diffonda affidabilità.
Il Nuovo Polo è destinato a guidare l’Italia sulla base dei valori di solidarietà, responsabilità, legalità, produttività, merito, nazione.
Se per Nuovo Polo si intendono Casini, Fini, Rutelli, Lombardo e vicini conta poco e non scalda il cuore. Se si apre agli Italiani, a studenti e professori, a imprenditori, cattolici e laici, famiglie, … può dare rappresentanza a valori e interessi a lungo trascurati. Famiglia, figli, economia, nord – sud, unità nazionale, patrimonio Italia sono le basi di una grande opportunità, con un marchio che funziona: il genio degli Italiani.
Ecco il segno (il Nuovo Polo reggerà se esso diventerà realtà): persone che erano avversarie (Casini, Rutellie e Fini) sono insieme su un’idea positiva di Italia; superano la contrapposizione per un bene superiore, con l’ambizione di assumere decisioni difficili, spesso impopolari, con l’obiettivo della ripresa economica, dell’occupazione, della coesione nazionale. E’ questa rinnovata volontà di incontro che molti italiani premiano, stufi di contrapposizioni continue e di parole vuote che bloccano l’Italia berlusconiana. Lo dimostrano i sondaggi: i consensi per il Nuovo Polo (tra il 14 e il 20%) vanno ben oltre la somma dei voti dei tre partiti. Se poi il leader sarà una persona di rilievo della nostra società, i voti cresceranno molto.
Lo spazio è il 40% di italiani sfiduciati, che non votano più, che vogliono rimettere ordine in Italia, in modo che ciascuno senta di contribuire in modo serio agli obiettivi di tutti. Destra, sinistra, centro appaiono insignificanti: l’affrancarsi da queste etichette rappresenta una liberazione e sprigiona energie represse. L’Italia deve recuperare una politica mite, che coinvolga e coltivi il popolo con obiettivi chiari, che eserciti la collaborazione paziente, che formi dirigenti all’altezza dei compiti.
Il bipolarismo sgangherato, le coalizioni che, pur di vincere le elezioni, hanno al loro interno gruppi molto eterogenei, non sono in grado di venire a capo della crisi italiana. Una politica che si fonda sui sondaggi; che segue gli umori della gente, senza un’opera di informazione e di crescita della coscienza civica, è incapace di riformare un sistema che non può reggere. Il bipolarismo che è il dichiararsi pro o contro Berlusconi ci sprofonda. Per costruire insieme l’Italia è necessario che le forze in campo si legittimino reciprocamente e abbandonino la continua offesa di chi è “dall’altra parte”. Se non lo fanno, continuano a essere responsabili dell’aggravamento dei problemi di tutti. PdL e PD non sono la strada: solo Berlusconi tiene insieme il PdL, partito di sua proprietà. Solo l’antiberlusconismo tiene insieme il PD. Entrambi sono sempre alla vigilia della scomposizione.
L’Italia deve trasformarsi; altrimenti ristagna e lentamente regredisce. La politica di oggi non è portatrice di soluzioni, di riforme da perseguire in tempi lunghi e con governi di diverso colore. Ad aggravare la situazione si vuole imporre una riforma difficile: il federalismo. Può uscirne una ulteriore complicazione. Ecco il messaggio che ci responsabilizza: il processo di riforma sarà lungo e difficile: gli esiti matureranno lentamente; la crescita economica sarà irta di ostacoli; chi governa deve tenere stabilmente la barra su un percorso duro, abbandonando le chiacchiere.
Non può costruire il comune futuro chi, come Berlusconi, demonizza gli avversari politici e elimina i potenziali eredi, lasciando dietro di sè il diluvio. Occorrono partiti con programmi realistici, che selezionino i dirigenti e garantiscano l’alternanza al potere. Oggi la maggioranza non propone un percorso credibile, capace di creare speranza. L’assenza di leadership di cui soffre l’opposizione rende fragile il bipolarismo italiano e la nostra democrazia. Aspettiamo con fiducia il Nuovo Polo; meglio: contribuiamo a costruirlo.
Un documento elaborato dagli amici Sergio Ruzzenente Gianantonio Boscaini Tito Brunelli che sottoscrivo a due mani
Tempo fa, “Avvenire”, quotidiano cattolico, ricordava che, dopo la stagione dei due “pasticci” (Centro Destra e Centro Sinistra), non c’è bisogno di un terzo pasticcio (il Terzo o Nuovo Polo), ma di un’entità politica capace di dire la verità sulle riforme da fare per rimettere in moto e in ordine l’Italia; che promuova l’intesa su un programma forte e coraggioso; che prenda coscienza del cambiamento culturale in atto; che avvicini le posizioni ed eviti di spaccare tutto. E’ proprio quello che deve fare il Nuovo Polo per l’Italia
Molti Italiani aspettano l’alternativa a Berlusconi; ritengono che non possa venire dal Centro Sinistra (che può contribuire al governo, non guidarlo) perché non ha la sintonia con gli Italiani, i voti, un gruppo dirigente che diffonda affidabilità.
Il Nuovo Polo è destinato a guidare l’Italia sulla base dei valori di solidarietà, responsabilità, legalità, produttività, merito, nazione.
Se per Nuovo Polo si intendono Casini, Fini, Rutelli, Lombardo e vicini conta poco e non scalda il cuore. Se si apre agli Italiani, a studenti e professori, a imprenditori, cattolici e laici, famiglie, … può dare rappresentanza a valori e interessi a lungo trascurati. Famiglia, figli, economia, nord – sud, unità nazionale, patrimonio Italia sono le basi di una grande opportunità, con un marchio che funziona: il genio degli Italiani.
Ecco il segno (il Nuovo Polo reggerà se esso diventerà realtà): persone che erano avversarie (Casini, Rutellie e Fini) sono insieme su un’idea positiva di Italia; superano la contrapposizione per un bene superiore, con l’ambizione di assumere decisioni difficili, spesso impopolari, con l’obiettivo della ripresa economica, dell’occupazione, della coesione nazionale. E’ questa rinnovata volontà di incontro che molti italiani premiano, stufi di contrapposizioni continue e di parole vuote che bloccano l’Italia berlusconiana. Lo dimostrano i sondaggi: i consensi per il Nuovo Polo (tra il 14 e il 20%) vanno ben oltre la somma dei voti dei tre partiti. Se poi il leader sarà una persona di rilievo della nostra società, i voti cresceranno molto.
Lo spazio è il 40% di italiani sfiduciati, che non votano più, che vogliono rimettere ordine in Italia, in modo che ciascuno senta di contribuire in modo serio agli obiettivi di tutti. Destra, sinistra, centro appaiono insignificanti: l’affrancarsi da queste etichette rappresenta una liberazione e sprigiona energie represse. L’Italia deve recuperare una politica mite, che coinvolga e coltivi il popolo con obiettivi chiari, che eserciti la collaborazione paziente, che formi dirigenti all’altezza dei compiti.
Il bipolarismo sgangherato, le coalizioni che, pur di vincere le elezioni, hanno al loro interno gruppi molto eterogenei, non sono in grado di venire a capo della crisi italiana. Una politica che si fonda sui sondaggi; che segue gli umori della gente, senza un’opera di informazione e di crescita della coscienza civica, è incapace di riformare un sistema che non può reggere. Il bipolarismo che è il dichiararsi pro o contro Berlusconi ci sprofonda. Per costruire insieme l’Italia è necessario che le forze in campo si legittimino reciprocamente e abbandonino la continua offesa di chi è “dall’altra parte”. Se non lo fanno, continuano a essere responsabili dell’aggravamento dei problemi di tutti. PdL e PD non sono la strada: solo Berlusconi tiene insieme il PdL, partito di sua proprietà. Solo l’antiberlusconismo tiene insieme il PD. Entrambi sono sempre alla vigilia della scomposizione.
L’Italia deve trasformarsi; altrimenti ristagna e lentamente regredisce. La politica di oggi non è portatrice di soluzioni, di riforme da perseguire in tempi lunghi e con governi di diverso colore. Ad aggravare la situazione si vuole imporre una riforma difficile: il federalismo. Può uscirne una ulteriore complicazione. Ecco il messaggio che ci responsabilizza: il processo di riforma sarà lungo e difficile: gli esiti matureranno lentamente; la crescita economica sarà irta di ostacoli; chi governa deve tenere stabilmente la barra su un percorso duro, abbandonando le chiacchiere.
Non può costruire il comune futuro chi, come Berlusconi, demonizza gli avversari politici e elimina i potenziali eredi, lasciando dietro di sè il diluvio. Occorrono partiti con programmi realistici, che selezionino i dirigenti e garantiscano l’alternanza al potere. Oggi la maggioranza non propone un percorso credibile, capace di creare speranza. L’assenza di leadership di cui soffre l’opposizione rende fragile il bipolarismo italiano e la nostra democrazia. Aspettiamo con fiducia il Nuovo Polo; meglio: contribuiamo a costruirlo.
Un documento elaborato dagli amici Sergio Ruzzenente Gianantonio Boscaini Tito Brunelli che sottoscrivo a due mani
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