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15 mar 2013

A PROPOSITO DEL RISULTATO DELLE ULTIME ELEZIONI

Fra le tante analisi politiche apparse sui giornali mi sono piaciute quelle di Pietro Barcellona e di Roberto Ferrucci. Di entrambe riporto alcuni stralci




“Mi aspettavo il successo elettorale di Grillo, anche se non proprio nelle proporzioni che ha avuto, ma ciò che mi ha progressivamente indotto a riflettere e anche a rimettere in discussione le mie convinzioni è la constatazione che moltissimi miei amici di differenti regioni e aree sociali hanno convintamente votato Grillo e lo rifarebbero senza alcun dubbio”.

A proposito del PDL, Barcellona dice “Bisogna anzitutto continuare a chiedersi perché Berlusconi e il berlusconismo riescono ad avere ancora tanto successo. Anche in questo caso la tenace negazione della verità e della realtà è alla base di un’adesione che lascia stupefatti. Credo che sia proprio difficile riuscire a immaginare un capo del governo peggiore di Berlusconi.

Perché allora tanti lo votano ancora e accorrono ai suoi appuntamenti pubblici con folle osannanti? Anche in questo caso bisogna andare a fondo oltre la superficie degli interessi materiali e delle convenienze opportunistiche. Gli elettori di Berlusconi sono un altro pezzo dell’Italia perduta che sotto l’effetto anestetizzante dello spettacolo ha rimosso ogni pudore anche delle proprie più perverse fantasie.

L’identificazione proiettiva con una figura visibilmente oscena può spiegarsi soltanto con una vera e propria perversione dell’immaginario collettivo in cui il sogno delle notti di Arcore compensa la miseria frustrante della vita quotidiana. Non il risentimento dei grillini ma la frustrazione dei propri torbidi desideri è alla base della persistenza dell’anomalia berlusconiana. Nella nostra società c’è troppo sesso esibito e poca realizzazione delle proprie fantasie e dei propri desideri. La frustrazione non consapevole induce alla coazione a ripetere sperando sempre che la prossima volta sarà quella giusta: i frustrati del berlusconismo sono vittime dell’incantesimo della coazione a ripetere”.

“Resta da chiedersi”, scrive sempre Barcellona, “ a questo punto come mai il centrosinistra non abbia saputo intercettare questi sentimenti per trasformarli in consenso al proprio progetto e alle proprie proposte. Purtroppo la risposta deve essere altrettanto dura quanto le altre. Il Pd non è diventato un partito ma una somma di strati e di microsistemi spesso non comunicanti fra loro e privi di amalgama vera. Credo che sia necessario andare al più presto possibile alle elezioni ed evitare qualsiasi ennesimo pasticcio che significherebbe soltanto rimandare un’inevitabile resa dei conti tra chi ha interesse ad alimentare il risentimento e la rabbia e chi pensa invece che sentimenti di questo tipo abbiano soltanto sbocchi distruttivi.

A questo punto l’Italia non va più rappresentata soltanto in parlamento ma ricostruita nelle sue basi elementari: educazione, civiltà del confronto, fiducia negli altri e rispetto della verità. Naturalmente su questo compito di ricostruzione non è ipotizzabile nessun passaggio di governo tecnico che servirebbe soltanto a mantenere l’equivoco sul ruolo che la politica vera ha nella gestione di un paese moderno”.

Come ci vedono all’estero !! questa è un’altra analisi, alquanto spietata, che Ferrucci fa consultando la stampa estera:

Dove ad esempio “ci rimproverano, a noi elettori, di averla fatta veramente grossa.”

In Francia, ad esempio, si meravigliano del fatto che avevamo “la possibilità di scegliere fra un imprenditore che in questi giorni rischia tre condanne, un vecchio comico che vuole spazzare via l’intera classe politica, un economista stimato e riconosciuto in tutto il mondo, un candidato di sinistra sufficientemente socialdemocratico per piacere a tutti. In qualunque altro posto era chiaro come sarebbe andata, non in Italia “... non abbiamo riflettuto abbastanza secondo i francesi.

“Abbiamo protestato .. e per che cosa ?? Per mandare l’Italia in malore ? Chissà se ce lo perdoneremo mai ?”

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